Il Lotto ricade negli ambiti dei corsi d’acqua vincolati, è di forma allungata e si affaccia con il lato corto su Via Postumia, all’interno del Comune di Treviso nella direzione di Lanzago. La cinta muraria, il giardino e la casa sono rimasti inalterati da quando sono stati realizzati, tra il 1965, anno di acquisto del terreno e 1967, anno di conclusione dei lavori. Allora il contesto era agricolo ed il lotto confinava solo con campi. L’ambito si estende sulla fascia delle risorgive compresa tra l’alveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest e comprende al suo interno la città di Treviso ed il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile. Il lotto è inserito tra quelli che interferiscono con l’area Rete Natura 2000 ed il fiume Sile da Treviso est a S. Michele Vecchio. L’ambito fa parte della bassa pianura antica, calcarea, a valle della linea delle risorgive, con modello deposizionale a dossi sabbiosi e piane alluvionali a depositi fini. Dal punto di vista idrografico quindi l’ambito è fortemente caratterizzato dalla presenza del sistema della fascia delle risorgive, del fiume Sile e della rete di corsi d’acqua di risorgiva.
Per quanto riguarda l’uso del suolo il territorio è composto da seminativi, aree coltivate a vigneto nella zona tra il Piave e Treviso, e alcuni piccoli appezzamenti agricoli con siepi campestri e prati da sfalcio. Il valore naturalistico ed ecosistemico dell’ambito è espresso dalla buona varietà di habitat presenti nel territorio. Diverse sono le aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 e nel Parco Regionale del Sile. Tra gli elementi di valore naturalistico-ambientale e storico-culturale, che riguardano la zona adiacente il lotto, si segnala in particolare il sistema fluviale del Sile: l’area delle sorgenti, il corso d’acqua, Treviso città d’acqua, le strutture molitorie e gli altri opifici idraulici;
Villa anni 1970
Il progetto della casa esistente è di Luciano Bertoncini che lavorava, in quegli anni, nello studio dell’Arch. Vittorio Rossi che ha firmato la pratica in Comune. Il progetto del giardino è dell’Arch. Ferrante Gorian.
La realizzazione degli immobili e del muro di cinta è del marito di Norma Gerotto, Pietro Zago, allora impresario edile. La cinta muraria, il giardino e la casa sono rimasti inalterati da quando sono stati realizzati, tra il 1965, anno di acquisto del terreno e il 1967, anno di conclusione dei lavori. Allora il contesto era agricolo ed il lotto confinava solo con campi. L’intento progettuale è stato quello di costituire un recinto dentro al quale preservare il vuoto centrale a prato e mascherare la proprietà dalla confinante Via Postumia.
Nel progetto del giardino si possono cogliere tutti gli elementi che caratterizzano i lavori dell’Arch. Ferrante Gorian: ampi spazi, prospettive che dilatano lo sguardo, saggia disposizione delle piante arboree e arbustive, presenza di grandi alberi, nessun elemento architettonico o di altra natura che ingombri il grande prato. Il boschetto, creato per mascherare il muro di cinta verso la strada, è ancora integro. La presenza del campo da tennis, avvenuta in un secondo momento, è stata oggetto di un secondo livello di mascheramento, verso il prato centrale e verso la casa. La casa e i suoi annessi occupano la parte estrema ad est della proprietà. L’edificio ha forma ad L, con l’ingresso lungo la strada di accesso e la parte giorno che occupa il braccio più corto e guarda a Nord Ovest.
L’intento compositivo è stato, chiaramente, quello di smembrare l’impianto classico delle case di campagna, mantenendo però alcuni elementi della tradizione. Le coperture a falda ricordano quelle tradizionali, ma mostrano la complessità dei volumi che si incastrano per dare, all’interno, sezioni diverse, spazio per spazio. L’ingresso principale, ora chiuso da portoni, era stato pensato per rifarsi agli attraversamenti tipici della casa di campagna che davano direttamente sull’aia. Le aperture, nella zona giorno, sono arretrate rispetto alla linea di gronda e costruiscono, dall’interno, viste prospettiche precise verso parti del giardino. La pelle degli edifici è in mattoni faccia a vista. Questa scelta è stata fortemente voluta da Pietro Zago che ha scelto i mattoni personalmente e ha dato prova, con la casa della moglie, del suo saper fare.